di Cesare Brivio
marzo 2003
Sul tema delle "nuove femmine" direi in sintesi che in Occidente la femminilità è stata distrutta e che a guidare questo processo di autodistruzione sono state in primis le femministe che hanno manifestato fino in fondo i gravissimi problemi che avevano nell'accettare ed elaborare la propria femminilità, assumendo invece fino in fondo un modello pseudomaschile. Da queste sono culturalmente nate generazioni di "uome" cresciute innanzitutto nel disprezzo di sé che non poteva manifestarsi altro che nel disprezzo di quel maschio fallito che le stesse uome sono e che proiettano sul maschio reale ignorandone completamente la realtà.
Invece di fare esperienza del maschile nella dimensione propria dell'accoglienza femminile, agiscono contro il maschio una pseudovirilità da castrato, che non ha nulla di maschile e di virile, stato di cose di cui accusano il maschio. Per questo non possono fare a meno di aggredirlo, tanto più disperate e aggressive quanto più impossibilitate a superarlo in ciò che non hanno in una corsa che si dimostra sempre più dolorosa e folle. Odiano altrettanto ferocemente le vere donne. Sono le phallic women, portatrici di un disagio e di una malattia psichica vera e propria a carattere ormai epidemico, e quel che è peggio, proposta come norma e valore specifici della donna emancipata che ha conquistato finalmente "i diritti della persona".
E' in realtà esattamente il contrario. Le persone infatti non esistono se prescindono dal loro sesso e dall'infinita ricchezza che tale diversità comporta. La perdita della donna, la sua omologazione a modelli pseudomaschili, con l'implicito orrore della natura femminile a questo connesso, è la verità nascosta dalle urla femministe e maschili "sui diritti finalmente conquistati dalle donne". In realtà è il fallimento più disastroso della nostra civiltà, il motivo del suo gravissimo impoverimento, e del fatto, parliamoci chiaro, che, a parte gli urli gradassi, nessuno ha più voglia di muovere un dito per essa. Tantomeno di dare la vita
La vita i maschi l'hanno sempre donata senza pensarci un istante per la donna, per le "uome" no. E forse val proprio la pena che ci abituiamo a parlare di donne e di uome (phallic women), così non facciamo confusione e non facciamo i cavalieri immaginari.