di Cesare Brivio
gennaio 2001
Caro Rino,
dunque rinascerà dalle radici l’albero che tutela la vita, il suo passato, il suo presente e il suo futuro e sa crescerla per la libertà e la gioia: il cuore maschile, la sapienza maschile, l’ energia maschile, l’amore del padre. La sua distruzione è stato l’obiettivo, conseguito, dell’unica vera guerra che ha coinvolto l’ intera popolazione, combattuta in Occidente dopo la seconda guerra mondiale: la guerra al maschio e al padre. Stranamente l’unica in cui il “feroce nemico” non si sia difeso e i vincitori non abbiano da raccontare e mostrare alcun segno glorioso del proprio valore in guerra e del prezzo pagato. Anche a cercarli, sembra che non ci sono eroi ed eroismi da riconoscere, ma sempre e solo una illimitata remissività maschile, l’antico volto del Potere, e una alluvione di parole. Dunque chi l’ ha condotta realmente?
E come può essere oppressore e nemico, e per di più feroce, chi non si difende? E come può essere credibile negare l’amore paterno, coniugale, fraterno, amicale, dei maschi nei millenni, maschi su cui è ricaduto il peso tremendo, di pagare il proprio amore per la vita con il proprio sangue ed attuarne, con la propria capacità, il riscatto dalla fame, dalle malattie, dalla debolezza, dalla incoscienza, dalla ignoranza, dalle angosce dell’animo umano?
Quanto mente invece chi strumentalmente ha negato e nega, sprezzandolo, il valore fondante e salvifico per tutti dell’amore maschile a partire dall’inizio della storia umana? A quale scuola, esperta, alla Goebbels, di campagne denigratorie e di falsificazioni storiche, precondizione di tutti i pogroms ed i linciaggi, si è ispirato?
Come ultima frontiera, con il solito battage di giornali, televisioni, e incentivazioni di ogni genere a preparare il terreno per le azioni di forza delle istituzioni del Potere, nel più assoluto e connivente silenzio maschile, gli eroici manipoli vittoriosi, inconsapevoli mosche cocchiere di ben altre intenzioni ed armate, si apprestano a concludere definitivamente l’ opera anche sul piano religioso e simbolico. L’ eliminazione del “Padre nostro”, la radice della radice, persino dal quotidiano parlare come un modo di dire, indice di arretratezza. Dunque che non ce ne sia neppure memoria nel linguaggio, se non per alcuni nostalgici, Cristo compreso, non fonte divina di Rivelazione ma maschilista Suo malgrado.
L’Occidente dunque non deve avere più Dio come Padre? vuole sciogliere unilateralmente l’alleanza con Lui?
Di questa guerra, delle sue reali finalità, dei suoi teorici, dei suoi propagandisti, delle sue truppe, dei suoi crimini, delle sue sentenze, delle sue leggi speciali, dei suoi commissari politici e dei suoi sacerdoti, delle sue vittime, della sua incredibile capacità di esprimere ed istituzionalizzare la violenza contro i maschi senza renderla manifesta, vietandone persino il termine e camuffandola con la finalità buona della emancipazione femminile o addirittura genericamente della lotta del Bene contro il Male, un giorno dovremo iniziare a scrivere la storia. E sarà la storia di violenze vergognose come quella che impedisce al padre per legge la difesa della vita del proprio figlio concepito, e sarà la storia della nascita di una società Orwelliana alla “1984”, la storia della perdita della libertà e dignità di tutti, questa volta in modo radicale.
Ma che cosa era ed è così importante da interessare il Potere al punto di scatenare e coordinare in modo così pervasivo ed efficace questa guerra?
Non è facile trovare una sola ragione. Sono infatti molteplici. Ma oggi sembra credibile ipotizzare anche questa ragione fra le altre: è stata ed è la prosecuzione della antica guerra del Potere totalitario di ogni tempo per ottenere il controllo sulla riproduzione e trasmissione della vita sia biologica che coscienziale. Tanto più impellente oggi che sulla partita demografica si giocano gli attuali equilibri su scala planetaria e sul controllo delle coscienze la possibilità di mantenere un dominio feroce, sempre meno giustifcabile. Oggi con le biotecnologie applicate alla riproduzione umana e con i condizionamenti psicologici, affettivi e valoriali scientificamente strutturati dai mass-media, la prospettiva di un dominio assoluto si fa concreta. E per il Potere attuale, indispensabile.
E che cosa avevano e hanno a che fare i maschi e i padri con tutto ciò?
Fra gli ultimi baluardi a difesa, alternativi al progetto di dominio e stabilizzazione globale, sono tradizionalmente i maschi in quanto creatori di nuove civiltà e in quanto padri intorno a cui si struttura la famiglia come comunità autonoma di padre, madre e figli che accoglie la vita e la porta alla sua maturazione. Sono in particolare storicamente i maschi a sovvertire poteri iniqui, riaprire orizzonti di libertà. Sono in particolari i padri deputati alla trasmissione della vita intesa come il complesso di affetti, attitudini, pensieri, valori, codici, tradizioni che consentono il suo sviluppo consapevole, capace di affermazione e di libertà.
Sottrarre loro ogni potere ed ogni influenza delegittimandoli alla radice, in quanto maschi, è stato il mezzo per delegittimare la loro presenza innovatrice nella società attuale e in famiglia. Delegittimata la storia umana per la celebrazione dell’eternità del presente, delegittimato il capofamiglia, per delegittimare l’intera famiglia, appunto il luogo della riproduzione della vita e del suo sviluppo, per aprirla ai laboratori di Stato. Per far questo hanno dovuto e devono distruggere l’ identità maschile. Poi, dopo averla annientata, la ricostituiscono, ma di Stato, famiglia compresa, al servizio delle esigenze del Potere.
Non si sta assistendo ad una psicoingegneria del maschile e della famiglia che coinvolge i parlamenti di Occidente e propone quasi ogni giorno nuovi modelli, da sottoporre per l’approvazione ai campioni di indagine statistica? E al di là di tutte le dichiarazioni di buoni propositi non emerge e si consolida nei fatti il progetto di marginalizzare il maschio e la famiglia tradizionale, svuotandoli di ogni ruolo e importanza, così da renderli irrisi e impotenti di fronte alle pretese di controllo del Potere? e il tutto non è accompagnato dalla festosa e martellante pubblicità commerciale nel ruolo di occulto magistero dei nuovi costumi e dell’ordine nuovo prossimo venturo?
La decisione di Tony Blair (corrispondenza da Londra tg2 delle 13.00, Lunedì 18 Dicembre 2000) che a fronte della constatata gravissima situazione del maschio inglese, completamente demolito dalle legislazioni speciali ad orientamento femminista, ha deliberato organismi di sostegno ai maschi, sembra confermare tutto questo. Divide et impera, demolisci e distruggi, poi, quando hai fatto un deserto, ricostruisci come ti pare e piace. Maschi tipo pecora Dolly, famiglie tipo allevamenti di Stato.
È un caso che l’ Inghilterra di Blair sia il primo paese ad ammettere la clonazione umana e prima ad aprire le porte alla famiglia senza padre e madre? È un caso che sia un criminale di guerra, Milosevic, a rendere esplicito con la eliminazione fisica di tutti i maschi del popolo da sottomettere,la famigerata pulizia etnica, il valore dei maschi come valore fondante l’identità di un popolo ed il vero significato della eliminazione dell’ identità maschile in Occidente? Maschi, padri, madri e famiglia a che serviranno ormai? C’ è uno standard per tutto. È previsto e già descritto anche uno standard per il maschio? Ne è previsto uno anche per la femmina?
Forse una segreta convinzione agisce in questo processo e cioè che bastano i funzionari statali, biotecnologi e psicotecnologi, a produrre la Vita, l’Uomo, fuori della relazione d’amore tra uomo e donna; a sostituirsi e meglio nell’opera del Creatore. Bastano i parametri normativi definiti nei loro congressi a sostituire, in meglio, la libertà dello Spirito di ciascun uomo. Basta il carattere occulto delle loro intenzioni e azioni per ottenere un intimidito consenso.
Basta la proceduralizzazione scientifica della violenza nell’ambito di leggi inique e sempre più spesso ormai fuori della legge, per orientare le Anime ai loro progetti. Il potere totalitario di ogni genere e tipo, oggi conosciamo quello, non previsto, sviluppatosi nell’ambito delle democrazie in Occidente, vuole essere il monopolista non solo della definizioni dei valori. Oggi vuole il monopolio della vita e dell’ identità: è lui a darla, e a toglierla, è lui che vuol definire che cosa è vita e che cosa non lo è. Vuol dare biblicamente il nome alle cose e agli essere viventi. La vita nei suoi laboratori di genetica, la morte nelle sue regole per l’aborto e l’eutanasia, l’identità e il valore nelle sue leggi.
Non è forse questo l’antico desiderio dell’angelo più potente, Lucifero, più antico di Adamo? angelo oggi alla ricerca di un consenso sotitutivo al Padre e per questo ricco di promesse sempre meno credibili, costretto a promettere persino l’ eternità? Ma non è stato detto che l’uomo ha la dignità di figlio di Dio? che può dunque chiamare con nome di padre, Dio?
È compito dei maschi e dei padri trasmettere l’ identità, la passione per la libertà e, insieme alla donna, nell’amore, la vita.
Guai a rinunciarvi. L’ albero è simbolo maschile/paterno: vita nelle radici e storia negli anelli del tronco. Gli alberi, come sai, non basta tagliarli, bisogna sradicarli, che è molto piú difficile.
Difendere le radici, ripartire dalle radici, contando uno per uno gli anelli del tronco, facendo memoria del Padre che li ha piantati, non vedo come formulare altrimenti la strada da percorrere per difendere la vita e la libertà. Il compito da adempiere.
Verrà il giorno che gli alberi della foresta si metteranno in cammino. Ciao, Cesare