di Ramón Lamas
dicembre 2002
Le relazioni tra i due sessi sono state sin dall’inizio della storia e certamente continueranno ad essere per sempre, fonte tanto di poesia quanto di prosa quotidiana, di narrazioni letterarie come di pratiche politiche, di drammi come di incanti, di felicità come di tragedie per gli esseri umani sessuati per natura.
Tra le molte e diverse prospettive apparse nella storia nella doppia veste di interpretazioni e di indirizzi d’azione attorno a questa intrigante e ingarbugliata questione, quella offerta dal femminismo appare certamente essere la più significativa, la più vasta, la più elaborata ed efficace in tutti gli ambiti dell’attività umana presi insieme ed in ciascuno di essi considerato singolarmente.
Vi sarà tempo per dissertare su cosa il femminismo sia ed in qual modo e sino a che punto sia penetrato nella società attuale interpretandola, condizionandola ed orientandola verso gli obiettivi consoni alla sua analisi ed ai suoi scopi.
In ogni caso si deve ammettere che il femminismo ha dato un grande contributo sia all'espansione del corpo delle conoscenze umane sia alla prassi sociale e politica dell'ultimo secolo.
Senza dubbio nel tracciare la strada che ha portato le donne al preminente livello sociale in cui agiscono oggi, almeno nell'area geografica che va sotto il nome di Occidente, il femminismo ha caratterizzato il suo avanzamento e le sue iniziative in molti e diversi modi, il più singolare dei quali è la collocazione di fronte al maschio che, lasciando da parte altre considerazioni, si deve qualificare senz’altro come ostile.
Pur sotto considerazioni diverse e pur con tutti i distinguo del caso, quel che è certo è che il femminismo si colloca di fronte al maschio come di fronte al nemico, tanto sul piano storico, come anche politico, culturale, sessuale, narrativo o semplicemente domestico.
Questo atteggiamento di avversione si è sedimentato profondamente nella società contemporanea ed ha condotto ad una situazione che, non fosse per le sue non rare componenti drammatiche, potrebbe esser definita ridicola.
Che i maschi non abbiano sinora fatto fronte contro questa possente lobby – da alcuni denominata “internazionale femminista” - è un fatto davvero curioso che paradossalmente affonda le sue radici proprio in alcuni caratteri di quel maschilismo contro cui appunto combattono le agguerrite teoriche e le partigiane del femminismo così come quei maschi che sono loro compagni di viaggio.
Su questo punto i membri di questo Collettivo* manifestano tutta la loro preoccupazione per l’accanimento con il quale le femministe persistono nel proclamarsi vittime del complotto storico e universale attuato dagli uomini contro le donne e per le conseguenze che, ad ogni livello, derivano da un simile assurdità teorica. Tra le più corrosive vi è la battaglia ingaggiata dalle femministe per colpevolizzare il maschio per tutti e per ciascuno degli scompensi che natura, storia, vita e società producono nelle relazioni tra i sessi.
Si è giunti in tal modo ad una condizione tanto estrema da far ritenere sacrosanto ogni metodo capace di colpire moralmente la presenza maschile, di criminalizzare qualsiasi contrasto relazionale e di garantire l’amputazione sistematica dei punti di vista maschili. Una pretesa assurda di femminilizzare la società, la giustizia, la politica nonché il sesso e persino il futuro che, con arrogante cinismo, le femministe pretendono debba essere “al femminile”. Tutto questo sulla base della predicata discriminazione della donna ed a sostengo delle celebrate “discriminazioni positive” a suo favore.
In opposizione a tutto ciò, i membri di questo Collettivo reputano che debbano essere messi in discussione con urgenza il femminismo, le sue teorie, i suoi programmi nonché l’orientamento della sua pratica socio-politica.
Sostengono inoltre che il femminismo si è convertito in un elemento vincolato al passato e privo di soluzioni realmente efficaci e fertili per il futuro delle relazioni tra i sessi: va da sé infatti che i maschi, forzatamente, non possono entrare nello scenario femminista.
E’ però verosimile che le prospettive indicate dal femminismo non siano molto promettenti per le stesse donne delle quali si continua a suggerire l’inferiorità in quanto incapaci di difendersi e superare autonomamente le difficoltà, necessitando invece in permanenza della stampella dello Stato, della polizia, del fisco, del codice penale e del sostegno delle istituzioni quando non addirittura costrette ad invocare assetti anacronistici e destinati a scomparire in quel mondo che andiamo ad affrontare con l’inizio del XXI Secolo.
- * Riferimento al Colectivo Azulfuerte - Spagna - di cui l'autore è membro.
- Traduzione autorizzata da Azulfuerte dell'articolo on line nel mese di agosto 2002